Cari ragazzi di Burning, l’anno accademico è iniziato da mo’ ed il gruppo è sempre più affiatato e fresco di “nuove entrate” che con sudore ed entusiasmo si immergono nelle nostre lezioni sempre più intense e prolungate.
Volevo a questo punto soffermarmi su un paio di punti a mio avviso fondamentali per il corretto e sereno proseguo della nostra attività : lo spirito di cooperazione e il rispetto del regolamento.
Sapete tutti, o per lo meno quasi tutti, da quanti anni mi prodighi nello studio e nella divulgazione di arti marziali “alternative” (o per lo meno tanti anni or sono lo erano) in terra friulana e adesso, dopo molto tempo posso dire che, nonostante il mio cammino sia stato pressochè solitario, tutti i miei sforzi sarebbero stati vani se qualcuno non mi avesse ascoltato, seguito i mie passi e aiutato a sviluppare i miei progetti.
Forse, cari miei, è proprio negli sport individuali e soprattutto in quelli da combattimento che lo spirito di gruppo si fa sentire di più e fornisce supporto e stimoli all’atleta, dall'allenamento alla competizione, momento in cui le scuse stanno a zero soprattutto in caso di sconfitta quando un decentramento della responsabilità è quantomeno ridicolo.
Ecco dunque che nella nostra attività più che nei tanto blasonati e deindividualizzanti sport di squadra, la cooperazione è fondamentale non solo per crescere tecnicamente in modo uniforme ma anche e soprattutto per rafforzare quei valori di rispetto e amicizia che giocano un ruolo fondamentale nell'evoluzione dell'arte stessa.
Per accelerare questo processo è indispensabile che i praticanti con più esperienza, gli “anziani” insomma, ( coloro i quali hanno iniziato a “palestra vuota” e più di tutti hanno sofferto la mancanza di sparring partner ), siano sempre disponibili a dissipare eventuali dubbi o esaudire richieste dei neofiti, rimanendo sempre “morbidi” durante la fase di lotta e trasmettendo informazioni in modo funzionali: imparare e insegnare sono due facce della stessa medaglia!
D’altra parte, è importante che i neofiti si rendano più indipendenti possibile in fase di apprendimento, provando a risolvere in autonomia i problemi che si presentato man mano e cercando, come diceva un mio vecchio insegnante di Muay Thai, di “rubar coi oci” ( rubare con gli occhi ) facendo marciare a tutto vapore i propri neuroni specchio.
L’ultima cosa che mi preme sottolineare è l’importanza del rispetto del regolamento.
Se vogliamo rendere funzionali al massimo le lezioni e l’ambiente in cui pratichiamo e dare un’ immagine di un gruppo saldo e operativo, tutti e dico tutti dobbiamo rispettare il regolamento di accademia: NON DEVONO ESISTERE ritardi non giustificati agli allenamenti, kimoni sudici, pause autostabilite, ciance durante le spiegazioni tecniche o in fase di sparring, ne tanto meno uscire dal tatami senza aver chiesto l'autorizzazione all'insegnante...insomma nessuna azione deve contravvenire al regolamento di accademia e più in generale di Italian Connection.
Se queste regole possono sembrare troppo rigide e inopportune per un'attività “dopo lavoro”...beh ...ragazzi...rimanete attaccati al bancone ...o andate a giuocare al giuoco del pallone....ne guadagneremo tutti sicuramente!!
Who the cap fit!!
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